Cultura di Base è il progetto nato nel 2020 nell’ambito del percorso sperimentale Well Impact della Fondazione Compagnia di San Paolo, da un’idea di Fondazione per l’architettura / Torino per rispondere a un’importate sfida: sperimentare l’apertura di ambulatori di una selezione di medici di medicina generale della ASL Città di Torino in luoghi di cultura, caratterizzati da una “architettura intensa”, ovvero di riconosciuta qualità per la progettazione degli spazi e nella comunicazione di emozioni.
Questi luoghi diventano sale d’attesa e di visita del medico e ospitano i pazienti coinvolgendoli in un’esperienza culturale e architettonica del tutto nuova. La sperimentazione si propone di dimostrare che l’esperienza della visita medica in luoghi di cultura concorre a depotenziare lo stress dell’attesa, aumentando il benessere e il comfort psico-fisico dei pazienti e dei curanti, migliorando la loro relazione.
Si tratta di un progetto inedito che potrebbe diventare sistemico qualora la disponibilità dei luoghi di cultura ad ospitare luoghi di cura diventasse permanente consentendo a un numero consistente di medici di medicina generale di stabilizzare la sede dell’ambulatorio.
L’architettura e lo spazio progettato
Cultura di Base intende spostare l’esperienza dell’attesa e della visita ambulatoriale dai luoghi consueti per renderla parte di un percorso educativo-culturale sullo spazio architettonico, come componente di benessere psico-fisico. Ai pazienti e ai medici coinvolti nel progetto si offre l’architettura come esperienza cinestetica e multisensoriale, in grado di generare emozioni e apprendimento profondi e quindi ingrediente del percorso stesso di cura. Il progetto si concentra su Torino censendo luoghi della cultura con le caratteristiche necessarie alla sperimentazione (qualità architettonica, potenziale emozionale, accessibilità, disponibilità di spazi e personale, assenza di barriere architettoniche ecc.), dislocati in zone differenti del territorio. Nella mappatura dei luoghi della cultura rientrano spazi di effettiva produzione e diffusione culturale come musei e teatri, scuole e università, gallerie, luoghi della memoria, biblioteche, nuovi centri culturali.
I luoghi selezionati per questo progetto pilota sono: il Museo Egizio, il Museo dell’Automobile, il PAV Parco d’Arte Vivente, la Biblioteca civica Primo Levi e il Polo del ‘900. Alcuni spazi, all’interno di questi luoghi, diventeranno quindi sale d’attesa e di visita dei pazienti.
I medici di medicina generale e i loro ambulatori
Il progetto coinvolge i medici di medicina generale di Torino nella sperimentazione e con questa scelta intende garantire una partecipazione vasta ed eterogenea di cittadini. Il luogo in cui il medico di medicina generale opera è, di norma, l’ambulatorio, il primo spazio di cura che si incontra in un percorso di malattia e salute, il primo punto di contatto tra paziente e Sistema Sanitario Nazionale. Le caratteristiche dell’ambulatorio non sono né residenzialità, né degenza e al suo interno si affrontano tutte le patologie possibili, da quelle acute a quelle croniche, passando dalla prevenzione, sia primaria che secondaria. Si tratta di uno spazio caratterizzato da attesa, contatto, relazione. Nonostante questo, gli ambulatori dei medici di medicina generale sono poco considerati nelle esperienze di umanizzazione dei luoghi di cura, sono luoghi spesso non progettati, ma adattati alle esigenze del medico a partire da funzioni abitative.
Il ruolo dell’experience designer
L’esperienza dell’architettura viene “aumentata” grazie al contributo di progetto di un user experience designer (TODO), coinvolto per mettere a punto un format esperienziale per pazienti e medici, a partire da bisogni reali e aspettative all’interno di modelli di riferimento comportamentali, interpretativi ed emotivi già esistenti nel vissuto del paziente e del medico. Dall’analisi delle aspettative, dei rituali comportamentali della visita e del possibile discomfort legato alla delocalizzazione, deriva la progettazione dell’esperienza. Medici e pazienti saranno guidati e accompagnati nell’esperienza da un mix di soluzioni e supporti di comunicazione, di interpretazione di flussi e spazi e di soluzioni allestitive.
L’impatto
La sperimentazione durerà circa 6 mesi (da maggio a ottobre 2022), per poi passare alla fase di valutazione dell’impatto. Gli esiti saranno resi pubblici all’inizio del 2023. Oltre a una valutazione controfattuale, che intende stimare gli effetti sui pazienti dell’esposizione ai nuovi ambulatori, la localizzazione delle funzioni ambulatoriali in luoghi “altri” innesca modalità relazionali inedite tra curanti e curati. Attraverso il confronto diretto con i medici e i pazienti coinvolti (ed un campione di quelli non coinvolti), si valuterà l’impatto dell’esperienza (nel suo insieme e rispetto alle singole iniziative messe in opera) sulla relazione medico-paziente, sull’alleanza di lavoro, sul benessere lavorativo e sulla realizzazione degli obiettivi di salute.
Cultura di Base is the new social project created to respond to an important challenge: to experiment with the opening of clinics from a selection of general practitioners of the ASL Città di Torino in cultural places, characterized by an ” intense architecture ”, that is, of recognized quality for the design of spaces and in the communication of emotions. These places become waiting rooms and doctor’s visit rooms, and host patients involving them in a completely new cultural and architectural experience. The experimentation aims to demonstrate that the experience of a medical examination in places of culture contributes to weakening the stress of waiting, increasing the well-being and psycho-physical comfort of patients and carers, improving their relationship.
This is an unprecedented project that could become systemic whenever the availability of places of culture to host places of care became permanent, allowing a large number of general practitioners to stabilize the clinic.
The architecture and the designed space
Cultura di Base intends to move the experience of waiting and outpatient visits from the usual places to make it part of an educational-cultural path on architectural space, as a component of psycho-physical well-being. Architecture is offered to patients and doctors involved in the project as a kinesthetic and multisensory experience, capable of generating deep emotions and learning, and therefore an ingredient of the treatment process itself. The project focuses on Turin and initially surveyed places of culture with the characteristics necessary for the experimentation (architectural quality, emotional potential, accessibility, availability of spaces and personnel, absence of architectural barriers, etc.), located in different areas of the city. The mapping of places of culture includes spaces of cultural production and dissemination such as museums and theaters, schools and universities, galleries, memorial sites, libraries, new cultural centers.
General practitioners and their clinics
The project involves general practitioners of Turin, who will be involved in the experimentation through a public evidence procedure. The place where the general practitioner works is, normally, the outpatient clinic, the first treatment space encountered in a path of illness and health, the first point of contact between the patient and the National Health System. The characteristics of the outpatient clinic are neither residential nor hospitalization and all possible pathologies are addressed within it, from acute to chronic, passing through prevention, both primary and secondary. It is a space characterized by waiting, contact, relationship. Despite this, the clinics of general practitioners are little considered in the experiences of humanization of the places of care, they are often places not designed, but adapted to the needs of the doctor starting from housing functions.
The role of the experience designer
The experience of architecture is “increased” thanks to the project contribution of a user experience designer (TODO), involved in developing an experiential format for patients and doctors, starting from real needs and expectations within behavioral, interpretative and emotional reference models already existing in the patient’s and doctor’s experience. The planning of the experience derives from the analysis of expectations, the behavioral rituals of the visit and the possible discomfort associated with delocalization. Doctors and patients will be guided and accompanied in the experience by a mix of communication solutions and supports, interpretation of flows and spaces, and set-up solutions.
The impact
The experimentation will last about 6 months (from May to October 2022), for then moving on to the impact assessment phase. In addition to a counterfactual assessment, which intends to estimate the effects of exposure to the new clinics on patients, the location of outpatient functions in other places triggers new relational modalities between caregivers and patients. Through a direct confrontation with the doctors and patients involved (and a sample of those not involved), the impact of the experience (as a whole and compared to the individual initiatives implemented) on the doctor-patient relationship, on the alliance of work, on the work well-being and on the achievement of health goals will be assessed.
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