Mostra personale del duo artistico Anto. Milotta (Alcamo, 1984) e Zlatolin Donchev (Pechino, 1990), invitati da ARTECO a presentare il proprio lavoro presso Koinè CBC – Laboratorio di restauro, in occasione di NESXT Indipendent Art Festival 2018.
Scolpire il suono, modellare l’immagine, digitalizzare la materia sono operazioni simboliche, portavoce di un’estetica interdisciplinare e interconnessa che rappresenta il concetto dirompente di tecnologia sensibile, fulcro centrale del lavoro del duo impegnato da anni in un’analisi dedita e sperimentale sulla specificità della materia. L’installazione Monumentvm, composta dal film sperimentale e da una serie di readymade provenienti dalle macerie accumulate dopo l’alluvione di Genova del 2014, è stata presentata in una nuova forma, in stretto dialogo con lo spazio inusuale e fortemente connotato di un laboratorio di restauro che rinvia all’inesauribile bisogno dell’uomo di conservare “quelle tracce che rappresentano i nostri ‘connettori’ con il passato”.
In occasione della mostra, quasi come in un atto performativo, i restauratori sono stati coinvolti nelle operazioni di pulitura di parte dei readymade da cui è ha preso forma un video, work in progress dell’opera.
Solo show of the artistic duo Anto. Milotta (Alcamo, 1984) and Zlatolin Donchev (Beijing, 1990), invited by ARTECO to present their work at Koinè CBC – Laboratorio di restauro, on the occasion of NESXT Independent Art Festival 2018.
Sculpting sound, modelling imagery and digitalising matter are symbolic operations, bearing an interdisciplinary and interconnected aesthetic that represents the ground-breaking concept of sensitive technology, the mainstay of the work of the duo, for many years committed to a focused and experimental analysis on the specificity of matter. The installation Monumentvm, made up of an experimental film and a series of readymades from the accumulated debris found in the wake of the floods in Genoa in 2014, was presented under a new guise, in close dialogue with the unusual and heavily connoted space of a restoration workshop that references man’s unstoppable need to preserve “those traces that represent our ‘links’ with the past.”
On the occasion of the exhibition, almost like a performance, the restorers were involved in the operation of cleaning part of the readymades, on which a video, an intrinsic part of the work, was based.
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