La Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte presenta, dal 19 giugno prorogata sino al 19 marzo 2023, una nuova mostra Inquadrare paesaggi alpini. Scatti di inizio Novecento dal bianco e nero al colore a cura di Beatrice Zanelli, Cecilia Mainardi ed Ersilia Rossini (ARTECO).
Il progetto espositivo, partendo dall’importante archivio fotografico dell’artista Giuseppe Augusto Levis (Chiomonte 1874 – Racconigi 1926), di proprietà degli eredi, intende mettere in dialogo le sue immagini stereoscopiche con le autocromie di Ferdinando Fino (Torino 1872 – 1918), conservate presso il Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino. Grazie alle affinità tra i due fondi d’archivio è possibile ricostruire un tassello nella storia dell’utilizzo del mezzo fotografico nell’ambito artistico piemontese di inizio Novecento, oltreché offrire uno spaccato della vita e dei luoghi frequentati dai due artisti.
Nel primo ventennio del Novecento, Levis e Fino utilizzano la fotografia stereoscopica, che consente di realizzare immagini doppie, le quali viste attraverso uno speciale visore, trasmettono un’illusione di tridimensionalità della scena ripresa. Ancora lontani dall’invenzione della pellicola a colori, entrambi sperimentano la tecnica dell’autocromia, il primo processo fotografico a colori, introdotto sul mercato nel 1907 e rimasto in produzione fino al 1935. La rapidità di resa e l’assidua ricerca verso la rappresentazione sempre più fedele del “vero”, consente loro di passare agilmente dalla tecnica pittorica a quella fotografica, lasciando la testimonianza di un immaginario a colori ante litteram.
Per Levis le immagini stereoscopiche, oltre a essere ricordo di vita e dei viaggi intrapresi, diventano materiale di studio per le pose dei soggetti che intende raffigurare e serbatoio di ricordi per la composizione dei paesaggi. Fino elabora una fotografia di stampo “pittorialista”, con particolare cura degli accostamenti cromatici e della scelta degli scorci.
Le fotografie di Fino e Levis, insieme ai dipinti che da queste prendono le mosse, ritraggono il paesaggio delle Alpi occidentali – dalla Val di Susa alle Valli di Viù fino alle vedute del Piemonte settentrionale – con le sue cime, le variazioni atmosferiche e le figure umane che lo abitano. Le affinità, che delineano un trait d’union tra i due artisti, sono riscontrabili anche nelle inquadrature, nei contrasti cromatici tra le vesti delle figure e i toni freddi del paesaggio, come nella rappresentazione di luci e ombre, inserendosi nell’ambito del gusto espressivo del paesaggismo piemontese di fine Ottocento, inizio Novecento.
Completa la proposta espositiva un calendario di attività educative per tutti i pubblici, in modo da offrire ai visitatori la più ricca esperienza di visita possibile. Consigliamo di seguire i canali social della Pinacoteca G.A. Levis sempre aggiornati in merito al programma allegato.
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